Ravenna Festival

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Il tema: Ex tenebris ad lucem (S'l'è nöt u s'farà dè)

L’edizione 2010 di Ravenna Festival ha voluto assumere come proprio percorso tematico il buio e la notte, secondo varie declinazioni e accenti che rimandano in ogni caso allo Zeitgeist, all’attuale spirito del tempo meno incline all’Aufklarung (illuminazione), alle magnifiche sorti e progressive, ma più propenso ai sempre leopardiani lamenti notturni di pastori erranti (e quelli dell’erranza e del naufragio, assunti come metafore, sono altri sottotemi, voci sullo sfondo ma essenziali e rivelatrici). Tenebre non solo come mancanza di luce, ma anche come cecità, nel loro significato metaforico, poiché le tenebre stanno dalla parte della notte e della morte, della cecità fisica, ma anche intellettuale, morale. Il buio è la totale opacità, opposta alla trasparenza della luce, il buio è infernale, divina e paradisiaca la luce; ma proprio dal buio, spesso, nell’arte occidentale, proliferano immagini fantastiche; il buio è associato al sonno, che a sua volta è associato al sogno e all’incubo. Il buio indica lontananza e separazione da Dio, ma è attraverso il buio e nel buio che fioriscono le visioni dei grandi mistici come Giovanni della Croce o Santa Teresa de Avila. Ricordiamo anche come nelle cosmogonie occidentali la separazione tra luce e tenebre è atto fondante dell’universo stesso. Con questo atto Dio dà inizio in Genesi al tempo, nella sua alternanza ciclica di giorno e notte, dicendo “che sia luce”, atto con cui prende forma tutto ciò che viene creato; ma la stessa luce scaturisce dalla notte, dal buio, dalle tenebre che sono là prima della luce.