uno spettacolo di Eugenio Barba
tratto dalla Vita Amlethi di Saxo Grammaticus (1200 D.C.)
in scena
Akira Matsui (Giappone), Cristina Wistari Formaggia (Italia), Ni Nyoman Candri, I Wayan Bawa e 30 attori-danzatori e musicisti del Gambuh Pura Desa Ensemble (Bali), Brigitte Cirla (Francia), Augusto Omolú e Cleber da Paixão (Brasile), Annada Prasanna Pattanaik (India), Magnus Errboe (Danimarca), Odin Teatret (Danimarca) e il Coro degli Stranieri (43 attori di 21 nazionalità)
drammaturgia e regia
Eugenio Barba
musica
composizioni originali di Frans Winther e canti classici balinesi e indiani
spazio scenico Luca Ruzza
costumi Jan de Neergaard e Odin Teatret
luci Luca Ruzza e Odin Teatret
fonica Cy Nicklin
produzione Odin Teatret, Hamlet Sommer, il Comune di Elsinore, Ravenna Festival, KIT - Copenhagen International Festival
con il sostegno di Danish Arts Council - Centre for the Performing Arts, Kulturministeriets Provinspulje, Regioni di Ringkjøbing e Frederiksborg, Comuni di Holstebro, Lemvig, Struer, Thyborøn/Harboøre, Thyholm, Ulfborg/Vemb e Vinderup, Japan Foundation
in collaborazione con il Comune di Russi
prima rappresentazione assoluta
Dove il teatro diviene la realtà assoluta e i personaggi la incarnano seguendo tradizioni asiatiche, africane ed europee intrecciando danza, teatro cantato e parlato, rappresentazione corale e tecnica del contastorie e del clown. Insieme agli attori dell'Odin Teatret agiranno infatti danzatori afro-brasiliani del candomblé e attori di Nô e di Gambuh, le più antiche tradizioni teatrali esistenti, sorte nelle corti del Giappone e di Bali del XIV e del XV secolo.
"Hamlet, Arlecchino, Don Juan e Doctor Faustus sono archetipi bastardi, senza una madre certa e molti padri.
In anni di pestilenze, di stragi e guerre di religione, arrivarono sulle scene nascondendo, sotto l'arcobaleno delle facezie e sotto i loro mantelli pensosi, una natura incontrollabile e selvaggia. Erano tutti e quattro esperti nell'arte di far fuori gli avversari con stratagemmi, malefici e armi. I profumi della cultura raffinata dissimularono gli odori acri del sangue, del sesso e della violenza e li trasformarono in gioielli d'arte. E così riuscirono a non farci più paura. Nelle loro vesti fantasiose, poetiche, filosofiche e melanconiche abitano i libri di scuola e profumano la vita intellettuale di noi adulti. La loro originaria sostanza scellerata e spoglia di illusioni, li rende, invece, ombre fraterne, beffarde e ripugnanti, appropriate alla realtà del nostro XXI secolo.
L'evocazione della loro originaria sostanza sembra improvvisamente rispecchiare il tempo che ci imprigiona. Nella cronica di Saxo Grammaticus, Hamlet diventa nostro contemporaneo. Esce dalla casa di Shakespeare, torna al laconico furore della Storia e getta la maschera: un capo clandestino e scaltro, un professionista della violenza, un tirannicida che si fa tiranno."
(E. Barba)