Felix Mendelssohn-Bartholdy
Oratorio op. 36 per solisti, coro e orchestra
Orchestra Filarmonica Slovacca
Coro Filarmonico Slovacco
direttore Zdeněk Mácal
maestro del coro Marián Vach
soprano Adriana Kohútková
mezzo-soprano Barbara Hölzl
tenore Christoph Genz
basso Jochen Kupfer
produzione Ravenna Festival
In un ideale cammino sulla via di Damasco non poteva mancare l’incontro con colui che Agostino chiamava “il gran leone di Dio”, San Paolo che a vent’anni dalla morte di Cristo ne diffuse il messaggio, annunciando la salvezza a tutti i popoli della terra, fondando il nuovo sapere cristiano e divenendo un punto di riferimento affascinante e indispensabile per chiunque si interroghi, anche laicamente, sul senso del nostro tempo (la sua parola di fede – scrive il poeta Mario Luzi – sfida ancora le inerzie e le ignavie per cui l’uomo si adegua e si rassegna all’errore e all’iniquità). Quest’incontro non poteva che avere le sembianze musicali del Paulus di Mendelssohn, proposto nella straordinaria cornice di Sant’Apollinare in Classe.
Si tratta di una grande opera ma di raro ascolto: se a suo tempo riscosse enorme successo oggi rimane ingiustamente in secondo piano rispetto all’Elijah, assieme al quale il Paulus rappresenta il documento capitale della rinascita, in piena stagione romantica, dell’imponente tradizione oratoriale del protestantesimo tedesco e inglese, rappresentata dai capolavori di Händel e di quel Bach di cui proprio a Mendelssohn si deve la riscoperta.
“Paulus ed Elijah, per la ricchezza inventiva unita ad una elevata conoscenza storico–musicale e ad una nobile tensione ideale, possono essere considerati momenti di sintesi particolarmente significativi dell’arte di Mendelssohn. La conciliazione di originale forza inventiva (aperta anche ad accenti di grande vigore drammatico) e di controllata eleganza, il loro presentarsi sotto il segno di un equilibrio compiutamente risolto, definiscono con chiarezza la singolarità della posizione di Mendelssohn fra i romantici della sua generazione”. (Paolo Petazzi)