Banda della Posta
Giuseppe Caputo “Matalena” violino
Franco Maffucci “Parrucca” chitarra e voce
Giuseppe Galgano “Tottacreta” fisarmonica
Giovanni Briuolo chitarra e mandolino
Vincenzo Briuolo mandolino e fisarmonica
Giovanni Buldo “Bubù” basso
Antonio Daniele batteria
Crescenzo Martiniello “Papp’lon” organo
Gaetano Tavarone “Nino” chitarre
assistiti sul palco da Vito “Tuttomusica”
e con
Alessandro “Asso” Stefana chitarra
Taketo Gohara suono
in collaborazione con Strade Blu
Si riunivano davanti alla Posta, nei pomeriggi assolati, in attesa della pensione e, quando il sospirato assegno arrivava, imbracciavano gli strumenti e si facevano una suonata. “Avevano l’aria di vecchi pistoleri in paglietta”, dice Vinicio Capossela, che dalla piazzetta di Calitri, in Irpinia, ha trascinato l’irresistibile banda nell’avventura del palcoscenico. Così Tottacreta, Matalena, Bubù, Parrucca (sono alcuni dei soprannomi), capelli bianchi ma energia da vendere, hanno ritrovato tutta l’intensa e solenne vitalità del loro repertorio: mazurke, polke, valzer e tanghi, tarantelle, quadriglie e fox trot che negli anni Cinquanta e Sessanta erano chiamati ad eseguire nelle interminabili feste di matrimonio. Musiche che hanno il gusto delle cose semplici e durature. Musiche che fanno alzare i piedi e la polvere.
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