Cristóbal de Morales, modello per i compositori italiani e fiamminghi, celebra la pace di Nizza
La Grande Chapelle
direttore Albert Recasens
Hanna Medlam soprano
Marnix De Cat controtenore
Gabriel Díaz Cuesta controtenore
David Munderloh tenore
David Hernandez Anfruns tenore
Jesús Garcia Arejula basso
Cristóbal de Morales
Mottetto Sancta et immaculata virginitas, a 4
Mottetto O sacrum convivium, a 5
Mottetto Circumdederunt me gemitus mortis, a 5
Lectio Manus tuae fecerunt, a 4
Antifona Salve Regina, a 5
Antifona Regina caeli, laetare, a 6
Responsorio Peccantem me quotidie, a 4
Mottetto Jubilate Deo omnis terra / O felix aetas, a 6 (Celebrazione della Pace di Nizza, 1538)
Mottetto Inclina, Domine, a 4
Francisco Guerrero
Kyrie dalla Missa “Sancta et immaculata virginitas”, a 5
Giovanni Pierluigi da Palestrina
Gloria dalla Missa “O Sacrum Convivium”, a 5
Tomás Luis de Victoria
Credo dalla Missa “Gaudeamus”, a 6
Sanctus dalla Missa “Gaudeamus”, a 6
Philippe Rogier
Agnus dalla Missa “Inclina, Domine”, a 6
Nel 1559 a Le Cateu-Cambrésis viene firmato un trattato di pace che pone fine a cinquant’anni di guerre, quasi tutte combattute in Italia, tra gli Asburgo e il regno di Francia, e si pongono le basi per un lungo predominio spagnolo nella Penisola, già esistente in territori quali il Regno di Napoli o la Roma papalina (lo testimonia già il mottetto Jubilate Deo di Cristóbal de Morales, commissionato da papa Paolo III nel 1538 per celebrare la tregua tra Carlo V d’Asburgo e il re di Francia Francesco I). Non sorprende che molti compositori spagnoli del siglo de oro abbiano soggiornato nella Città eterna, accostando il proprio stile esuberante a quello compassato del grande Palestrina, attivi nelle cappelle papali o in istituzioni quali la confraternita di San Giacomo degli spagnoli.