con Arve Henriksen tromba
Alma Redemptoris Mater (Venerabile Madre del Redentore)
Interlude I di Arve Henriksen
Josef Fili David di Andrew Smith
O Maria, Stella maris (O Maria, Stella del mare)
anonimo, Notre Dame, Francia, sec. XII
Sulla Lulla (Tre ninne nanne)
canti tradizionali norvegesi, arr. Linn A. Fuglseth
Springdans fra Vestfold (Danza del Vestfold)
danza tradizionale norvegese, arr. Tone Krohn
Interlude II
di Arve Henriksen
Till, Till Tove
canto tradizionale norvegese, arr. Tone Krohn
Om ödet skulle skicka mig (Se il fato mi mandasse)
canto tradizionale svedese, arr. Anna Maria Friman
Ja, dina ögon mig dårat (I tuoi occhi mi hanno affascinato)
canto tradizionale svedese, arr. Anna Maria Friman
Jag haver ingen kärare (Nessuno mi è più caro)
canto tradizionale svedese, arr. Anna Maria Friman
Stille veg di Arve Henriksen
Ave Donna santissima
anonimo, Lauda italiana, sec. XII
Ingen vinner frem till den evige ro (Il riposo eterno è la ricompensa)
inno tradizionale norvegese (Hallingdal), arr. Fuglseth/Friman
Beata Viscera (Beato il grembo)
anonimo, Notre Dame, Francia, sec. XII
Recording Angel
di Arve Henriksen/Jan Bang
Oi me lasso
anonimo, Lauda italiana, sec. XII
Sancta Mater/Dou way Robyn (Santa Madre/Basta Robin)
anonimo inglese, sec. XIII
Solbønn (Preghiera del sole)
canto tradizionale norvegese
Lova Line
canto tradizionale norvegese, arr. Linn A. Fuglseth
Dalla fiorente scena musicale scandinava arriva una proposta nella quale profumi antichi e moderni si compenetrano, in un seducente gioco di rimandi temporali dove folklore nordico e musica medioevale si incontrano con l’improvvisazione e la tecnologia. Il repertorio del Trio Mediæval, in attività da quasi 15 anni e con alle spalle due incisioni per la ECM, parte dal canto gregoriano per spingersi fino alla contemporaneità dell’inglese Gavin Bryars, passando per melodie tradizionali norvegesi e brani del xii e xiii secolo.
Sul canto delle tre voci femminili si innesta la tromba di Arve Henriksen, esponente di punta dell’attuale scena jazzistica nordeuropea. Il suo strumento, sovente manipolato elettronicamente, disegna paesaggi sonori ora in aperto contrasto, ora in perfetta sintonia con il tessuto vocale di fondo.