liberamente ispirato alla “storia da leggere, recitare e danzare” in due parti
di Igor’ Stravinskij e Charles Ferdinand Ramuz
traduzione e narrazione in dialetto romagnolo di Ivano Marescotti
direttore Maurizio Dini Ciacci
Strumentisti dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Samuele Galeano violino
Antonio Piemonte clarinetto
Corrado Barbieri fagotto
Nicola Baratin tromba
Gianluca Tortora trombone
Biagio Zoli batteria
Amin Zarrinchang contrabbasso
produzione Ravenna Festival
A leggere il celebre saggio di Vladimir Propp, Morfologia della fiaba, s’impara un principio fondamentale: le fiabe, quelle russe di Afanas’ev come quelle dell’universo mondo, si basano tutte sulla stessa manciata di personaggi e funzioni: l’eroe, il cattivo, il mago, il re, la principessa, le terribili prove da il “c’era un paese lontano lontano” e il superare, “tutti vissero felici e contenti”. E allora, se le fiabe sono così universali, perché non giocarci un po’? Il soggetto dell’Histoire du soldat è tratto giusto dall’immortale raccolta di Afanas’ev, il libretto è in francese, la partitura è un guazzabuglio delle più svariate danze e forme musicali. A rappresentarla in dialetto romagnolo, con buona pace del cosmopolita Stravinskij, si farà poi gran peccato?