Il secondo appuntamento di Ravenna Festival con la danza sarà dedicato ad una figura leggendaria del mondo coreutico, George Balanchine (1904-1983), di cui il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala ha allestito per la prima volta in Europa (in occasione del ventennale della scomparsa), il Sogno di una notte di mezza estate che sarà riproposto sabato 9 luglio alle ore 21 al Palazzo Mauro de Andrè.
Protagonisti dell'evento - reso possibile grazie al generoso contributo di Sapir, Porto Intermodale di Ravenna - l'étoile Roberto Bolle nel ruolo di Oberon, assieme alla prestigiosa compagnia scaligera diretta da Frédéric Olivieri, impegnata a interpretare i numerosi ruoli tra i quali spiccano primi ballerini e solisti come Marta Romagna nei panni di Titania, Mick Zeni in quelli del Cavaliere di Titania, Riccardo Massimi Puck, Vittorio D'Amato Demetrio, Biagio Tambone Bottom, nonchè 27 allieve delle scuole di danza di Ravenna e Forlì, selezionate appositamente per questa occasione dal Maestro Biagio Tambone.
L'allestimento scaligero, reduce da una fortunatissima tournèe che ha toccato, tra l'altro, la città natale di Balanchine in occasione dei festeggiamenti dei trecento anni di San Pietroburgo, si avvale di nuove scene e costumi firmati da Luisa Spinatelli, professionista di fama internazionale, che ha creato una festa di colori che sottolineano i passaggi del balletto, dalla maestosa classicità greca in chiave neoclassica al mondo delle fiabe, mentre la ripresa coreografica è affidata a Patricia Neary e Sara Leland.
Il balletto, su musiche di Felix Mendelssohn-Bartholdy, concepito per il New York City Ballet dove vide la luce il 17 gennaio 1962, svela la figura del grande coreografo in tutte le sue sfumature. Suddivisa in due parti, la creazione presenta due coreografie nettamente distinte, la prima, più teatrale ed interpretativa, narra la vicenda che non si discosta di molto dalla commedia shakespeariana, al di là di alcuni cambiamenti e omissioni (come l'assenza della recita Piramo e Tisbe che chiude la commedia).
La seconda parte, che si limita al solo matrimonio, svela lo stile balanchiniano allo stato puro, caratterizzato com'è dalla cifra formale neoclassica, ricca di indimenticabili immagini d'amore, quasi a voler ripianare le asprezze anche gestuali del primo atto. Qui spiccano due capolavori, irti di difficoltà tecniche: il divertissement ed il pas de deux, tra i più allusivi al sentimento dell'amore di tutto il repertorio balanchiniano, cavallo di battaglia per alcune grandi coppie e qui interpretato da Marta Romagna e Mick Zeni.
Il balletto, come commenta nel saggio di presentazione Marinella Guatterini, è davvero una summa di danza pura, drammatica e pantomimica. Se nel secondo atto ammiriamo la forza metaforica delle linee, nel primo veniamo attratti dall'inconsueta tensione di un vero e proprio "racconto", che riserva sorprese proprio per la lettura del testo shakespeariano, che Balanchine rende dinamicamente fiabesco, vera e propria festa per gli occhi e per il cuore.