Rocca Brancaleone, venerdì 20 giugno ore 21.30 (in collaborazione con Bronson Produzioni)
Se ci si può presentare con due ‘angeli custodi’ del calibro di Brian Eno (che l’ha scelta e prodotta) e Nick Cave, si deve avere qualcosa di speciale per forza. È il caso di Anna Calvi, cantautrice e chitarrista britannica che torna in Italia dopo il tour trionfale di febbraio, e si presenta al pubblico di Ravenna Festival dal palcoscenico della Rocca Brancaleone (in collaborazione di Bronson Produzioni). Venerdì 20 giugno (alle 21.30) proporrà le tracce del suo secondo lavoro, l’album One Breath, pubblicato l’anno scorso. Voce ammaliante, accompagnata dall’inseparabile chitarra e dalla band composta da Mally Harpaz polistrumentista, Alex Thomas percussioni e Glenn Callaghan alle tastiere, Anna Calvi crea musica passionale, viscerale ed intensa, e i suoi live lo confermano.
Anna Calvi è una diva un po’ speciale: appassionata di musica fin da quando aveva 10 anni, figlia di due psicoanalisti (il padre è italiano, emigrato in Inghilterra a 18 anni), dopo aver collaborato come chitarrista in alcune band, ha il coraggio di esordire con il singolo Jezabel, cover del successo di Frankie Laine del 1951. Dopo pochi mesi ecco che esce Anna Calvi, il primo album a cui la trentenne dà il proprio nome. E fioccano le nomination, per il Mercury Prize 2011 e per i Brit Awards 2012.
Nel 2013, arriva One Breath: disco più personale e sperimentale, scritto quasi di getto nel segno di un’inquietudine creativa che porta la rocker a cogliere le suggestioni più diverse, dalla musica africana a quella di John Adams, soprattutto in Sing to me, omaggio a Maria Callas. Tutto filtrato e modellato dalla sua voce inconfondibile e magnetica, e dal suono incisivo della sua Stratocaster.
“Ho intitolato l’album in questo modo perché quella canzone riassume la sensazione di essere al culmine di qualcosa. È il momento - spiega Anna Calvi - prima in cui devi aprirti, ed è così terrificante. È spaventoso ed emozionante. È anche pieno di speranza, perché qualsiasi cosa accadrà non è ancora accaduta”. E ancora aggiunge: “L’anno in cui ho scritto questo disco è stato duro, pur sempre un’esperienza istruttiva. Mi sono sentita, in un certo senso, di scrivere in maniera diversa, alla fine qualcosa di buono sarebbe uscito fuori. Il primo album è stato una chiara dichiarazione: ‘Questo è quello che sono, sono forte’, considerando questa affermazione più in relazione all’uso della musica, per provare a dare un senso a ciò che mi stava accadendo. È più personale”.
Questo ‘passaggio’ si percepisce anche nel modo con cui Anna Calvi interpreta gli undici brani dell’album: la vocalità, oscura e conturbante, è maturata; come pure l’espressività. Senza usare il ‘vocione’, come fanno alcune colleghe, Anna Calvi sa dosare magistralmente il cantato senza essere pesante o esagerata, nonostante la sua voce sia un po’ noir, a tratti mascolina. Il tutto arricchito da un bagaglio invidiabile di talento e da una innata sensualità, che passa dagli occhi chiarissimi, dal look e dalle pose decise e convinte.
Le canzoni che compongono l’album mostrano una vasta gamma di punti di riferimento, dal dettaglio della chiamata e risposta della musica dell’Africa occidentale, alle idee concettuali di trasformazione del compositore John Adams, in Sing To Me, come si diceva omaggio a Maria Callas. Un viaggio emozionale attraverso una vasta gamma musicale. Anna Calvi ha lavorato a stretto contatto con il produttore John Congleton che ha condiviso il suo entusiasmo nello sperimentare e ha offerto il proprio impeto aggiuntivo nel lavorare velocemente, non permettendo alla Calvi di riflettere su microscopici elementi delle sue canzoni, come aveva fatto in passato.
Il 15 luglio Anna Calvi pubblicherà un EP di cinque cover intitolato Strange Weather. Prodotto da Thomas Bartlett (The National, Antony and the Johnsons, Sam Amidon) e registrato a New York, l’EP contiene le cover di brani dei ‘Suicide’, David Bowie, FKA twigs, Connan Mockasin e vede la collaborazione di David Byrne al brano di Keren Ann che dà il titolo all’EP, ‘Strange Weather’ appunto. La cover di ‘Ghost Rider’ dei Suicide è stata registrata con il batterista Matt Johnson (Jeff Buckley) e Nico Muhly ha contribuito agli arrangiamenti d’archi per il brano d’apertura. “Collaborare con Byrne per me è stato un onore incredibile. Mi ha scoperto durante il tour dell’ultimo album a New York, durante uno show alla Bowery Ballroom. Da allora ha iniziato a seguirmi, si è innamorato di entrambi i miei dischi e ha chiesto di fare qualcosa insieme. Da fan dei Talking Heads sapere di avere un fan come David Byrne per me è stato scioccante. Ma alla fine è andato tutto bene”. E il fondatore dei Talking Heads ricambia: “Sono un grande fan dei due album di Anna… e l’ho vista in tour dopo il suo primo album qui a New York al Bowery Ballroom. ‘Epica’ penso sia la parola giusta che viene spesso usata”.
Info e prevendite: 0544 249244
Biglietti: 25 euro “I giovani al festival”: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni, euro 12,50
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