Ravenna Festival

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Musica e guerra a Palazzo Rasponi dalle Teste

Il tema “bellico” sarà poi ulteriormente sviluppato in un percorso tematico – Musica e guerra – il cui arco temporale di riferimento va dal Rinascimento sino ai giorni nostri e che è articolato in tre giornate che avranno come protagonisti, tra gli altri, l’Ensemble Ottoni Romantici (Viaggio musicale dal Risorgimento alla Resistenza), La Venexiana, diretta da Claudio Cavina nell’ineludibile Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi, l’Ensemble La Pifarescha (Musiche rinascimentali d’amore e battaglia), il Cafebaum Banda Barocca con il puparo Giacomo Cuticchio (Cavalleresche gesta fra Händel e teatro dei pupi). Dai pupi ai burattini il passo è breve ed ecco allora Sganapino in trincea, eroe suo malgrado, di Sergio Diotti e Stefano Giunchi (con musiche d’epoca su organo meccanico).

Tutti questi appuntamenti – che con i due concerti già descritti di ’900 ferito completano il ciclo Musica e Guerra – saranno ospitati in un luogo straordinario, che verrà tra poco restituito in tutto il suo aristocratico ed austero splendore – grazie alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna – alla città, dopo un sistematico ed esemplare restauro che l’ha sottratto all’oblìo in cui versava. Stiamo parlando del Palazzo Rasponi dalle Teste, la cui costruzione terminò all’inizio del ’700 ed il cui architetto rimane a tutt’oggi sconosciuto. Sorprendente sarà per molti la rivelazione, fin dalla magnifica e scenografica scalinata, dei sontuosi interni in stile barocco e rococò, che paiono sconfessare l’austera facciata di tono classicheggiante. Si riperpetua così quella virtuosa consuetudine per cui il festival ogni anno “scopre” e propone alla città un nuovo luogo di spettacolo, che a sua volta “fa spettacolo”, divenendo esso stesso protagonista a pieno titolo del cartellone.

Il palazzo diviene anche “teatro” di un progetto site specific del Gruppo Nanou, i cui fondatori/animatori Marco Valerio Amico e Rhuena Bracci, individuano il 1914 (questo il titolo) non tanto come annus horribilis ma come fulcro di un cambiamento tanto mentale quanto proprio del modo in cui si percepisce e si raffigura il mondo, e che vede l’inizio degli studi di Freud, l’avvento del grammofono, il cinema di Georges Méliès, Gustav Klimt, Egon Schiele, Arthur Schnitzler, la nascita dell’espressionismo, l’intuizione del surrealismo, le foto di Brassai, l’arte di Hans Bellmer. 1914, che fa parte del progetto “Strettamente Confidenziale” – condurrà gli spettatori all’interno di un labirinto fatto di oggetti, suoni e frammenti coreografici, in grado di “spazializzare” e generare un universo, un immaginario, un paesaggio. Il salone delle feste di Palazzo Rasponi dalle Teste ospiterà anche un singolare appuntamento col violoncello barocco; Mauro Valli, che Giovanni Sollima definisce “violoncellista barocco straordinario, anzi uno dei più grandi di oggi” ci restiturà, dopo la prima esecuzione integrale in tempi moderni presentata a Ravenna Festival 2011 di Angelo Berardi, un’altro importante quanto misconosciuto compositore della nostra regione, il bolognese Domenico Gabrielli detto “Minghein dal viulunzel”, maestro di Cappella a San Petronio e autore del primo esempio di composizione per violoncello solo. Ai suoi “Ricercare” è assai probabile che si sia ispirato lo stesso Bach nel comporre le sue celeberrime Suite. Un confronto ravvicinato fra i due autori e le loro composizioni per violoncello solo sarà condotto da Mauro Valli col suo strumento e da Franco Costantini con la lettura di un immaginario ma non inverosimile carteggio fra San Petronio e Lipsia, concepito dal musicologo Piero Mioli.