Nel 1838 il degrado del principale teatro di Ravenna, il Comunicativo, costrinse l’amministrazione comunale a rimpiazzarlo con una struttura nuova, da realizzare nella piazzetta degli Svizzeri.
Il progetto fu affidato a due fratelli veneti e architetti: Tomaso e Giovan Batista Meduna, curatori in precedenza del restauro del Teatro alla Fenice di Venezia. Nacque così un edificio neoclassico, simile sotto molti aspetti al teatro veneziano. Al suo interno era possibile ammirare ricche decorazioni realizzate dai pittori, anch’essi veneziani, Giuseppe Voltan e Giuseppe Lorenzo Gatteri, supportati da altri artisti, come Giovanni Busato che dipinse un sipario raffigurante l’ingresso di Teodorico a Ravenna che purtroppo è andato perduto.
L'atrio d'ingresso, con soffitto a lacunari, affiancato da due vani già destinati a trattoria e caffè, immetteva negli scaloni per la platea e i palchi. La sala teatrale, di forma tradizionalmente semiellittica, contava all'epoca quattro ordini di venticinque palchi (con il palco centrale del primo ordine sostituito dall'ingresso alla platea), più il loggione.
L’inaugurazione ufficiale della nuova struttura avvenne il 15 maggio 1852 con Roberto il diavolo di Meyerbeer e il ballo La zingara. Nei decenni seguenti, il Teatro Alighieri si ritagliò uno spazio considerevole all’interno del panorama provinciale ravennate, ma nel 1959, a causa di necessità di consolidamento delle strutture, si ebbe una lunga interruzione delle attività. L’edificio restaurato fu di nuovo aperto al pubblico dal 1967 e inaugurato dall’Orchestra Filarmonica di Lubjana. Gli anni ’80 e ’90 fecero da sfondo a piccole operazioni di rifacimento della platea e la predisposizione dell’impianto d’aria condizionata. In questo periodo il teatro divenne sempre più importante nella programmazione culturale della città e sempre più meta artistica per gli appassionati, grazie alle stagioni concertistiche, liriche e di balletto e prosa.
Il 10 febbraio 2004 la sala del Ridotto fu intitolata al grande compositore Arcangelo Corelli, a cui poi fu ispirato un busto in bronzo realizzato dallo scultore tedesco Peter Götz Güttler.