La storia dell’Ospedale Santa Maria delle Croci è molto travagliata. Nel XVI secolo gli ospedali ravennati erano otto e tutti amministrati da ordini religiosi. Nel 1512, l’economia cittadina è decaduta a causa del sacco di Ravenna per mano dei francesi che hanno così costretto il Consiglio dei Savi a concentrare i beni degli ospedali. Nel 1567 erano sopravvissuti solo due edifici: quello di Santa Maria delle Croci e quello della Trinità per gli esposti. Tuttavia, nel XVII secolo, il secondo è stato danneggiato e reso inutilizzabile da un’inondazione.
Situato in via Guaccimanni fino al 1827, l’unico ospedale rimanente è stato poi trasferito nel Monastero di S. Giovanni Evangelista, donato ai ravennati dall’Arcivescovo Codronchi, scomparso l’anno prima. Proprio per questo motivo, ancora oggi nel cortile del nosocomio si trova il busto dedicato al prelato e alla sua generosità. L’incremento demografico ha reso ben presto insufficienti le strutture dell’ex convento, costringendo alla creazione di un nuovo ospedale in via Missiroli. I lavori di costruzione sono stati avviati nel 1940, per poi venir bloccati della guerra. Nel frattempo, la struttura sanitaria era stata trasferita in maniera provvisoria nel vuoto ospedale militare in via Nino Bixio. Edificio che, insieme al Monastero di S. Giovanni Evangelista, non è stato risparmiato dai bombardamenti, in particolare da quello notturno del 25 agosto 1944. Una vera e propria strage per la città.
Terminata la Seconda Guerra Mondiale, il cantiere della sede in via Missiroli è stato riaperto nel 1947. Il rinnovato Ospedale Santa Maria delle Croci è stato inaugurato il 12 aprile 1959 e reso operativo poco più di un mese dopo, con i suoi 370 posti letto (divenuti poi 400).
Nel 1962, la crescente espansione di Ravenna ha fatto sì che si approvasse un nuovo progetto di ampliamento dell’architetto Edoardo Detti dell’Università di Firenze: tre nuovi corpi di fabbrica andavano così ad aggiungersi alla struttura originaria, componendo una fra le location utilizzate da Ravenna Festival.