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Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

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La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo è stata costruita nel 505 per volontà del re goto Teodorico. Situata a lato della residenza imperiale, questa chiesa palatina è nata come luogo di culto ariano dedicato a Cristo Signore, da qui il suo nome originario Domini Nostri Jesu Christi. In seguito alla conquista della città da parte dell’Impero bizantino, tutti gli edifici legati ai goti e all’arianesimo sono stati integrati nel culto cattolico e trasformati in proprietà della Chiesa. Nel 561, la basilica viene riconsacrata dall’arcivescovo Agnello a San Martino di Tours, difensore della fede cattolica e avversario di ogni eresia. Questa operazione ha lasciato segni tangibili sulla struttura interna dell’edificio, ridecorata ex novo con lo scopo di sostituire tutte le immagini inopportune legate all’epoca di Teodorico. Soltanto gli ordini più alti, rappresentanti le cosiddette “Storie di Cristo”, sono stati risparmiati, insieme alle vedute del Porto di Classe e del Palatium di Teodorico nella fascia più bassa.
Grazie alla coesistenza tra vecchie e nuove immagini, tematiche e decorazioni, la chiesa è diventata il simbolo di una transizione forte che ha segnato profondamente l’arte ravennate e bizantina.
La basilica ha assunto il nome attuale solo nel IX secolo, dopo aver  ricevuto le reliquie di Sant’Apollinare, primo vescovo di Ravenna. L’aggettivo “nuovo” viene aggiunto per distinguerla da una chiesa cittadina più antica denominata appunto Sant’Apollinare in Veclo.
Nel 973, i Benedettini si sono insediati presso la chiesa e in questo stesso periodo avviene la costruzione del campanile. Successivamente, nel XVI secolo l’edificio, ormai degradato, è passato ai Frati Minori Osservanti, cui si devono efficaci opere di restauro: pavimentazione nuova, più alta di 120 centimetri circa, arcate più nuove e alte, una nuova abside. Nel corso dei secoli, la basilica ha subito ulteriori interventi che ne hanno alterato la bellezza e la struttura, come quello del 1732, promosso da fra Francesco da Meldola che ha portato a una nuova decorazione di gusto barocco del presbiterio. Nel 1996, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo viene inserita dall’UNESCO nella lista dei siti italiani patrimonio dell’umanità.