Paolo Conte voce e pianoforte
Daniele di Gregorio pianoforte, batteria, marimba
Jino Touche contrabbasso, chitarra
Daniele dall’Omo chitarra
Massimo Pitzianti pianoforte, tastiera, fisarmonica, bandoneon, clarinetto, sax baritono
Claudio Chiara basso, tastiera, fisarmonica, sax alto, sax tenore, sax baritono, flauto
Luca Velotti sax soprano, sax tenore, sax contralto, sax baritono, clarinetto
Lucio Caliendo oboe, fagotto, percussioni
Estremamente riservato sulla sua opera, Paolo Conte ha coltivato in questi anni un sapiente mistero da artista consapevole che il meglio che potesse dire lo abbia già detto con le sue canzoni. Quelle che ama sono sonorità caleidoscopiche, a tutto campo, che dal jazz affondano radici nella chanson di inizio Novecento e nel cantautorato italiano, vibranti, ma di una delicatezza malinconica. E poi le parole, buttate lì come il racconto scanzonato di un amico, che arrivano da una voce forse poco aggraziata, in un timbro quasi colloquiale, ma che sono pura poesia, anche quando si trasformano in gag fonetiche tra inglese, napoletano e il suo dialetto astigiano. Ormai fuori dal tempo, Conte si muove sornione tra jazz, ritmi sudamericani e swing, trovando le sue ispirazioni nella provincia italiana e nei personaggi che la popolano.