La tradizione vivente dei poeti-cantori degli Appennini
un progetto di Ambrogio Sparagna
con la partecipazione di
Anna Rita Colaianni, Francesco Di Giacomo, Giovanni Lindo Ferretti, Lucilla Galeazzi voce
Pietro De Acutis, Donato De Acutis poeti improvvisatori
Giuliana De Donno arpicella
Erasmo Treglia violino a tromba, ciaramella
Riccardo Laganà tammorre e tamburelli
Fino ad alcuni anni fa molte feste popolari che si celebravano lungo la dorsale appenninica erano segnate dalla presenza della poesia cantata. Molti di questi poeti popolari avevano avuto uno scarso livello di istruzione, ciò nonostante erano in grado di cantare a memoria centinaia di versi. La storia di Paolo e Francesca, così come quelle di altri personaggi danteschi, venivano cantate col sostegno di parti strumentali secondo i modi antichi dei pastori, che con l’ausilio della zampogna costruivano melodie perfettamente adattabili alla terzina di endecasillabi dantesca.
Ogni poeta-cantore interpreterà diversi canti, ognuno di questi accompagnato da una melodia tipica, riferibile a quelle aree della Penisola dove ancora esiste la poesia cantata.