inventato e condotto da Lorenzo Arruga
Ivanna Speranza soprano
Margherita Settimo mezzo-soprano
Mariano Speranza tenore
Guido Loconsolo baritono
Oleg Veresciaghin fisarmonica
Paolo Taballione flauto
Andrea Rum clarinetto (e clarinetto basso)
Maria Saveria Mastromatteo, Doriana De Rosa violino
Claudia Brancaccio viola
Lisa Pizzamiglio violoncello
Lorenzo Arruga pianoforte
attori
Riccardo Bendandi, Antonio Maiani, Angelica Stella, Perla Gori
Ci sono delle cose che la musica classica ha dimenticato. Una è la voglia di trovarsi e ricordare, pensare, improvvisare, cantare, suonare. Come si fa da ragazzi e anche dopo con le canzoni. Come si fa quando si gioca da bambini al teatro. Come succede al cabaret. La colpa è un po’ di come abbiamo creato piedistalli e discorsi culturali sui grandi artisti di ieri e un po’ del rapporto pallido con gli artisti di oggi. Mozart ne sarebbe stupitissimo: per lui tutto era festa e gioia e anche dolore, ma da vivere insieme e sùbito nella bellezza.
Fra un’ora arriva Mozart è uno spettacolo libero come un gioco, rapido come un cabaret, attento all’autenticità come il libro che Arruga ha appena scritto, “Mozart da vicino”, ed intenso come la musica che propone. Ci si raccoglie la sera nella quieta voluttà d’un sacro chiostro profumato di piante, si parla, si canta, si suona. Si recita: ci sono gesti e immagini. Si aspetta Mozart.
Accanto a qualche pagina nota, passano quelle sconosciute o segrete che Mozart scriveva per se stesso, per gli amici, per la donna amata. Quando ci si ripensa, è una bella occasione di cultura. Ma mentre la si vive, è soprattutto la gioia di qualcosa che sembra scritta un’ora prima.