Omaggio a Dmitrij Šostakovič
Antonín Dvořák
Sinfonia n. 5 in fa maggiore op. 76
Dmitrij Šostakovič
Sinfonia n. 5 in re minore op. 47
Sotto il tema della mediazione fra tradizione popolare e modelli colti si lascia riassumere l'itinerario artistico di Antonín Dvořák e Dmitrij Šostakovič. Molto distanti, però, sono i mondi musicali dei due, e funzione di questa diversità è l'esito, volta per volta mutevole, di questa commistione di genere.
In Dvořák, il materiale tradizionale è totalmente assorbito da un tessuto sinfonico che rimane in ogni caso improntanto ai modelli occidentali, e a quello brahmsiano in particolare. La Sinfonia in fa maggiore op. 76, composta nel 1875, non si discosta, al pari delle altre composizione sinfoniche di Dvořák, dall'impianto sonatistico tradizionale: il primo movimento adotta come tema principale una danza boema, che tuttavia non conosce sviluppi drammatici. L'elemento popolare diviene allora risorsa poetica, un topos, per evocare mondi "pastorali", genuini e incontaminati.
In Šostakovič, il rapporto con l'elemento popolare è caratterizzato da discontinuità radicali. Nelle prime sinfonie, il ricorso a stilemi popolari è strumento deformante e caricaturale, è occasione per sobotare equilibri architettonici, per movimentare con fratture e asperità le superfici del discorso musicale. Ma di questa irrequietudine modernista quasi non rimane traccia nella Quinta Sinfonia, che l'autore definì: "Risposta pratica di un compositore a una giusta critica". L'opera si rifà nel suo assetto al sinfonismo classico: i nessi strutturali vengono semplificati, la sintassi è tonale, persino l'organico è ridotto. L'elemento popolare viene del tutto espunto, e, complessivamente, della scrittura giovanile disinvolta, aggressiva, dal piglio grottesco e caricaturale, ben poco rimane in quest'opera, nata in ossequiosa risposta agli attacchi della critica di regime, che aveva accusato il compositore di "formalismo".