ideazione Cristina Mazzavillani Muti
crezione coreografica Micha van Hoecke
progetto sonoro Luciano Titi
su musiche di Wolfgang Amadeus Mozart
spazializzazione del suono Tempo Reale, Firenze
impianto scenico Stefania Battaglia
costumi Massimo Poli
disegno luci Valerio Alfieri
nuova produzione di Ravenna Festival
in collaborazione con il Comune di Russi
È dalla sceneggiatura visionaria di Cristina Muti che nasce questa nuova produzione affidata al coreografo Micha van Hoecke e al suo Ensemble, da sempre chiamati a dare forma e a interpretare i temi di anno in anno scelti dal Festival.
Si tratta di evocare Mozart attraverso percorsi inesplorati, facendone proprio lo spirito, giocoso e inquieto al tempo stesso: "Regina della notte perché in questo personaggio del Flauto magico – spiega Cristina Muti – si cela la figura più enigmatica di tutta la produzione teatrale di Mozart. È insieme il bene e il male: madre disperata, in cerca della figlia rapita che mai troverà, e madre vendicativa, pronta per orgoglio a sacrificare anche l'amore per la figlia. Non a caso Mozart scrive per lei acuti sovrumani, suoni che solo la disperazione può produrre, suoni che ci avvincono non per la purezza del timbro ma per la fatica fisica dell'emetterli, e per quella psicologica dell'ascoltarli".
Per questo disegno narrativo e coreografico le musiche del grande Amadeus sono rivisitate da Luciano Titi che, grazie alla preziosa collaborazione di Tempo Reale – il centro fondato da Luciano Berio, che da quasi vent'anni è punto di riferimento per le nuove tecnologie in musica –, spinge la ricerca sonora verso sentieri di spazializzazione e di elaborazione elettronica.
"Nella spasmodica ricerca della figlia, la figura notturna della Regina risveglierà i tanti personaggi mozartiani che popolano il nostro immaginario, da Don Giovanni a Cherubino, da Papageno a Figaro… per usarli e disfarsene, fino a scomparire, inquietante regina madre, sulle note struggenti del 'Lacrimosa', dal Requiem. Quasi il simbolo di un'umanità lacerata e dolente, pronta a contraddirsi e dolorosamente annullarsi, ma anche a ritrovarsi nelle altezze assolute che la musica di Mozart sa raggiungere".