Wolfgang Schulz flauto
Ernst Kovacič violino
Elmar Landerer viola
Franz Bartolomey violoncello
Wolfgang Amadeus Mozart
Quartetto per flauto e archi in do maggiore KV 285b
Brani da Die Zauberflöte KV 620 nella riduzione di Johann Nepomuk Wendt del 1792
Quartetto per flauto e archi in la maggiore KV 298
Brani da Il dissoluto punito, o sia Il Don Giovanni KV 527 nella riduzione di Johann Nepomuk Wendt del 1788
Quartetto per flauto e archi in re maggiore KV 285
Il 21 novembre 1877 Thomas Edison annuncia l'invenzione del fonografo: un evento capitale, se si pensa a quanto della nostra cultura musicale passa attraverso la musica registrata. Prima di Edison la musica andava fatta in casa, andava diffusa come si poteva, e se il teatro d'opera più vicino non era proprio dietro l'angolo ci si arrangiava con le riduzioni di brani celebri per gli organici più disparati. È in questo solco che si collocano le trascrizioni di opere mozartiane redatte alla fine del secolo XVIII da Johann Nepomuk Wendt, oboista e compositore boemo il cui catalogo è dedicato in gran parte alle bande e alle Harmonie (una particolare formazione di fiati, talvolta con l'aggiunta di un contrabbasso). Assieme ai brani più celebri dal Don Giovanni e dal Flauto magico (da "Madamina, il catalogo è questo" a "Là ci darem la mano"; dall'aria di Papageno a quella della Regina della Notte), quattro membri dei celeberrimi Wiener Philharmoniker propongono alcuni Quartetti per flauto e archi che il diciannovenne Mozart compone tra Mannheim e Parigi, in viaggio con la madre tra il 1777 e il 1778, sotto gli auspici del flautista alsaziano Johann Baptist Wendling, e su commissione di un ricco olandese, il musicista dilettante Willem De Jean. Alla madre, e a Wendling, Mozart dedica anche dei versi: "Signora mamma! Mi piace la panna! / Sia lode al cielo, sia lode a tutti i santi / non siamo malati e stiamo bene tutti quanti. / Ce ne andiamo in giro per il mondo / ma in tasca non abbiamo più un soldo. / […] / Il signor Wendling sarà tutto furente / perché io non ho scritto quasi niente. / Ma appena passo il ponte sopra il Reno, / me ne ritorno indietro in un baleno / e scrivo i miei Quartetti per benino / così non potrà darmi del cretino."