a Mstislav Rostropovič "Ricordando Dmitrij Šostakovič" (nel centenario della nascita)
Marie-Elisabeth Hecker violoncello
Dmitrij Šostakovič
Concerto n. 1 per violoncello in mi bemolle maggiore op. 107
Sinfonia n. 10 in mi minore op. 93
Ci sono momenti in cui passato e presente si fondono, assenti e presenti si danno la mano e la memoria si concretizza in un gesto, quasi in un rito: sono quei momenti in cui il Festival ha scelto di raccogliersi attorno a protagonisti dell'arte e della cultura conferendo loro un premio che, seguendo il filo di vite ed esperienze intrecciate, è ogni volta intitolato a indimenticabili grandi figure: è accaduto con il premio a Tonino Guerra consegnato nel ricordo di Federico Fellini, con quello assegnato a Ennio Morricone pensando a Goffredo Petrassi. Eppoi con il premio che nelle mani di Riccardo Muti ha onorato, nel segno di una lunga amicizia, l'arte e la generosità di Carlos Kleiber. Oggi il pensiero va a un grande compositore, a Dmitrij Šostakovič: nel centenario della sua nascita ripensare e rileggere la sua straordinaria produzione, dolorosamente divisa tra l'ossequio celebrativo e la sperimentazione espressiva, equivale a riflettere sulla storia dell'uomo moderno in un secolo complesso e difficile. Rostropovič è uno dei musicisti che più hanno contribuito a tenere viva l'attenzione internazionale nei confronti della sua opera: ed è al grande violoncellista russo che va il Premio di Ravenna Festival, a lui che ne è stato allievo, interprete ed amico, che da vicino ne ha conosciuto gli entusiasmi creativi come le tribolazioni politiche. A Rostropovič, protagonista del Novecento – come non ricordare il suo violoncello che suona a Berlino quella sera di novembre del 1989 a pochi passi dal muro che crolla – e testimone diretto di un mondo e di un'arte che simbolicamente, sul podio della giovane Orchestra Cherubini, si affida e trasmette alla voce delle nuove generazioni.