Bedřich Smetana
Ouverture e tre Danze da "La sposa venduta"
"La Moldava", poema sinfonico
Dmitrij Šostakovič
Quinta sinfonia in re minore op. 47
Guarda al cuore orientale dell'Europa questo concerto affidato all'Orchestra Filarmonica Slovena: all'ardente stagione della musica "nazionale" che trova uno dei suoi primi e più importanti protagonisti in Bedřich Smetana. Che nel tentativo di forgiare una lingua musicale boema riuscì a calare nella "progressista" forma del poema sinfonico lisztiano la realtà pittoresca, immaginaria e in un certo senso favolistica - secondo la migliore tradizione slava - della sua terra. E non attraverso il meccanico trapianto o la semplice imitazione di melodie popolari, piuttosto captando l'intonazione lirica di quelle melodie e disponendole in un tessuto quasi narrativo che proprio in Moldava, il secondo dei sei poemi sinfonici che compongono il ciclo Ma vlast (La mia patria), raggiunge la massima eloquenza. In questa pagina famosissima (composta nel 1874) prende corpo l'idea poetica del fiume che a poco a poco si ingrandisce, si infrange contro le rocce e in ultimo scorre maestoso fino alla città: lungo il percorso ci arrivano gli accenti di una caccia, poi le danze di una rustica festa di nozze eco, diretta della Sposa venduta. È in questo piccolo capolavoro comico di ambientazione contadina, andata in scena per la prima volta nel 1866 al Teatro provvisorio di Praga (di cui Smetana avrebbe diretto le sorti fino al 1874) che l'autore riesce ad attuare il suo progetto di opera nazionale in lingua cèca: lo slancio ritmico e le movenze sapide dell'Ouverture e delle Danze ben ne riassumono lo spirito folklorico.
Ben diverse sono le condizioni culturali e politiche in cui si trova ad operare Šostakovič, la cui parabola creativa sembra riflettere il contraddittorio clima della Russia post-rivoluzionaria, inizialmente aperto alle sperimentazioni linguistiche poi ottusamente refrattario ad ogni pericolo "formalista". La Quinta Sinfonia è la sua prima composizione dopo gli aspri attacchi apparsi nei suoi confronti sulle pagine della "Pravda". Ma il sottotitolo apposto alla pagina sinfonica, "Risposta pratica di un compositore ad una giusta critica", non deve trarre in inganno: non si tratta di una supina adesione alle imposizioni del regime e la necessità di giungere alla diretta comunicazione con le masse è espressa senza mai cedere alla deriva semplicistica. Insomma, dietro esigenze esteriori a muovere il compositore è piuttosto una sorta di impuso interiore di cui egli stesso da conto: "Il soggetto della mia sinfonia è il divenire, è la realizzazione dell'uomo. Perché è lui, l'individuo umano, con tutte le sue emozioni e le sue tragedie che io ho posto al centro della composizione".