Un ponte di fratellanza per le vie dell’amicizia attraverso l’arte e la cultura
Orchestra Filarmonica della Scala
Associazione del Coro Filarmonico della Scala
direttore Riccardo Muti
Tatiana Serjan soprano
Giuseppe Gipali tenore
Ildebrando D’Arcangelo basso
maestro del coro Bruno Casoni
Vincenzo Bellini
da Norma
Sinfonia
Atto I, scena prima: coro d’introduzione e cavatina di Oroveso, “Ite sul colle, o Druidi”
Scena terza: coro, “Norma viene: le cinge la chioma”
Scena quarta: cantabile dalla cavatina di Norma, “Casta Diva, che inargenti”
Atto II, scena prima: Introduzione
Scena decima: duetto di Norma e Pollione, “In mia man alfin tu sei”
Scena ultima ed aria finale di Norma, “Qual cor tradisti, qual cor perdesti”
Ottorino Respighi
Pini di Roma, poema sinfonico
La vocazione di Ravenna, che l’anno scorso ha celebrato i 1600 anni della sua elezione a capitale dell’Impero d’Occidente quando la sorella Bisanzio reggeva le sorti dell’Impero d’Oriente, è quella che discende dalla sua stessa storia, di costituire cioè un ponte verso l’Oriente, attraverso il Mediterraneo e i popoli che lo animano, punto d’incontro fra la civiltà occidentale con le sue radici cristiane e le diverse espressioni culturali e religiose che su quello stesso mare si affacciano. Ravenna Festival interpreta oggi questa vocazione al dialogo attraverso la musica. Dopo Sarajevo, Beirut, Gerusalemme, Mosca, Erevan, Istanbul, New York e Il Cairo, la meta designata è quest’anno la capitale della Siria. Questo nuovo ponte di amicizia Ravenna-Damasco, mentre rappresenta sicuramente un ritorno alle origini della civiltà mediterranea, vuole anche rinsaldare vincoli di amicizia con una realtà protagonista del mondo islamico. L’iniziativa vuole anche festeggiare il 40° anniversario della scoperta della città paleo-siriana di Ebla, venuta alla luce nel 1964 grazie all’impegno della missione archeologica italiana guidata da Paolo Matthiae.