Trilogia d’autunno
per il Bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi (1813-2013)
Sono ancora lì, sul suo comodino, i drammi di Shakespeare. Vicino alle partiture dei quartetti prediletti: Haydn, Mozart e Beethoven. È nelle stanze di Sant’Agata, dove tutto è rimasto immutato e ancora par di sentire il passo austero di Verdi, che quelle pagine sfogliate chissà quante volte raccontano la profonda affinità che lega i due grandi drammaturghi. E se proprio questi luoghi – la sua villa, poi Roncole e Busseto – catturati nelle immagini scattate dai giovani creativi di VerdiWeb, saranno lo scenario per il Falstaff, nel contrasto di oscurità e luce si scioglierà quello tra la nera pelle di Otello e il pallore dell’innocente Desdemona, così come in bilico tra visione e realtà si consumerà la folle sete di potere di Macbeth. In un’imperdibile trilogia che chiuderà il bicentenario verdiano nel segno di quello “studio d’anima” che è il grande teatro.