L’inno dell’ultimo imperatore d’Africa
Epica musicale in tre movimenti diretta da Marco Zanotti
Sekouba Bambino Diabate voce solista
Baba Sissoko voce narrante, kamalen’goni, tamani
Classica Orchestra Afrobeat
Alessandro Bonetti violino, mandolino
Anna Palumbo percussioni, fisarmonica, balafon
Cristiano Buffolino percussioni
Cristina Adamo flauto, ottavino
Elide Melchioni fagotto, ocarina, piva emiliana
Fabio Gaddoni violoncello
Francesco Giampaoli contrabbasso
Marco Zanotti batteria
Rosita Ippolito viola da gamba
Silvia Turtura oboe
Tim Trevor-Briscoe clarinetto
Valeria Montanari clavicembalo
Canto tradizionale “Keme Bourema”
produzione Ravenna Festival
produzione Armonie d'Arte Festival
produzione LP Brutture Moderne (Sidecar)
partner
Afrodisia, Bembeya Jazz National, TP Africa, La Favela Chic
prima assoluta
nell’ambito del progetto N.A.T. - Network for African Talents
Durata 90' senza intervallo
Nella secolare tradizione orale dei canti epici africani, l’inno dell’Almamy Samori Toure racchiude in sé la sofferenza dell’invasione coloniale subìta e la splendida poesia della musica popolare. La Classica Orchestra Afrobeat rilegge questa pietra miliare della cultura africana grazie all’orchestrazione che ne fece l’ensemble guineano Bembeya Jazz National nel ’69 e ad un nuovo arrangiamento che per la prima volta avvicina gli strumenti “colti” europei ai canti orali di quelle terre. Un ensemble bizzarro ma con una tavolozza timbrica unica, a cavallo tra il barocco ed il popolare, tra l’Europa e l’Africa, impreziosito dalle voci di Sekouba Bambino (Guinea) e del griot Baba Sissoko, figure di spicco nell’attuale panorama musicale internazionale.