musiche di Alfredo Lacosegliaz
Ornella Serafini canto
Cristina Verità violino, canto
Daniele Furlan clarinetto
Orietta Fossati tastiere
Alfredo Lacosegliaz tamburitza
a cura di Franco Però
“… era quello il segreto / nascosto nell’odore inconfondibile / di biancheria pulita nella pelle / di Maša la bella di Serajevo”. Un’opera d’amore nel senso più ampio del termine che dalle pagine del libro-ballata approda sul palcoscenico diventando tridimensionale. Paolo Rumiz racconta di Max e Maša, “occhio tartaro e femori lunghi” e della passione che li avvolge quando la donna, bellissima e selvaggia, si ammala. È lei che canta all’uomo la storia della “cotogna di Istambul”, quel frutto giallo che “nasconde in sé anche il fiore”. Ed è lei che diviene anche simbolo di Sarajevo, città indomita ed eroica. La narrazione, poetica nel libro, si snoda nello spettacolo fra sonorità medio-orientali, in un affresco musicale che celebra l’area balcano-danubiana attraverso suggestioni timbriche e fascinazioni linguistiche.