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2012 - giovedì 14 giugno, ore 21.30 - Chiostri della Biblioteca Classense

MUNĀJĀT YULCHIEVA

Ghazal, il canto mistico sufi dall’Uzbekistan

Munajat Yulchieva voce
Shavkat Mukhamedov rubab
Khodjimurad Safarov doira
Dilfuza Khaydarova dutar

Munojot
versi di Alisher Navoi (XV sec.)

Bukhara Tulkini
versi di Mashrab (XVI sec.)
 
Bayoti Sherazi
versi di Fuzuliy (XVI sec.)
 
Dugoh Husayniy
versi di Fuzuliy (XVI sec.)
 
Izlayman
versi di Shavkiy (XX sec.)
 
Janon e Dilbar
musica di M. Mirzaev (XX sec.)
 
Tanovor II
versi di Mukimiy (XIX sec.)

Guncha Yanglik
versi di H. Olimjana (XX sec.)
 
Ey dilbari jononim
versi di Miskin (XIX sec.)
 
Tong otguncha
musica di M. Murtazaev, versi di Haziniy (XIX sec.)
 
Omon yor
(testo e musica tradizionali)
 
Tanovor
versi di Mukimiy (XIX sec.)

Munâjât Yulchieva è oggi la voce simbolo della tradizione dell’Uzbekistan, repubblica dell’Asia Centrale, tra Kazakistan e Turkmenistan. In questo paese è fiorita una tradizione musicale strettamente imparentata con la musica persiana e araba, con la mistica sufi e con il repertorio classico del maqam.
Originaria della vallata di Ferghana, nei pressi di Tashkent, Munâjât sin da piccola ha nutrito una forte passione per il canto. Il suo nome significa “ascesa a Dio” e la sua arte rispecchia i valori spirituali del sufismo e dell’antico canto mistico ghazal. La musica di questa artista, che si è formata accanto a Shavkat Mirzaev, virtuoso del rubab e suo maestro e mentore, è autentica espressione di un patrimonio che ha resistito ai secoli e che ancor oggi mantiene intatta la propria carica comunicativa.

Durata: 1 ora e 30 minuti senza intervallo

Categorie:
Concerto
Tags categorie:
musica sacra
Tags altri:
Asia centrale, sufismo
 
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