da Johann Strauss a Chick Corea
Tibor Kovac, Shkelzen Doli violino
Thilo Fechner viola
Stephan Koncz violoncello
Ödön Racz contrabbasso
Daniel Ottensamer clarinetto
Frantisek Janoska pianoforte
Che cosa riunisce sotto lo stesso nome questi giovani e audaci musicisti? Per cominciare la comune appartenenza ai leggendari Wiener Philharmoniker. E tanto dovrebbe bastare. Ma c’è di più. Ed è la voglia – e qui sta l’audacia – di abbattere i rigidi steccati imposti dal rituale repertorio classico per lasciarsi andare al piacere di concedere il proprio talento alle pagine più accattivanti e popolari di quel crogiuolo stilistico proprio del klezmer e della gipsy music, fino a lambire i territori del jazz. Del resto, i grandi compositori degli ultimi due secoli non si sono mai sottratti prima al fascino delle tinte e del virtuosismo zigani, poi a quello dello swing afroamericano. Secondo una tradizione di libertà che i Philharmonics esaltano: da Strauss a Corea passando per Brahms e Ravel.